autore: Andrea Regoli
data: 04/12/2025
SIRACUSA — Tutto è iniziato con una locandina fatta per gioco, un’idea buttata giù in un momento di frustrazione lavorativa e di voglia di ricominciare. Da lì, una prima tavola prestata, una muta recuperata e il desiderio ostinato di provare. È così che nasce la Surf School Siracusa, oggi una delle realtà sportive più vive e seguite della Sicilia.
Il fondatore racconta di quando, lasciato il vecchio lavoro a Catania, decise di dare forma a quello che per anni era stato solo un sogno: insegnare surf. “Non avevo una vera scuola, ma avevo la passione”, spiega. Aprì una pagina Facebook come se la scuola esistesse già e pubblicò le poche foto che aveva di amici surfisti. Bastarono pochi giorni e arrivò la prima chiamata: un ragazzo interessato a una lezione.
La prima lezione fu un misto di entusiasmo e tensione. Una sola tavola, due mute prese in prestito e molta improvvisazione. Ma ciò che contò davvero fu il sorriso del primo allievo, Mirko, quando prese la sua prima onda. «Il surf ha questo potere», racconta l’istruttore, «ti regala un piacere immediato, una scarica di libertà che conquista tutti».
Quel sorriso venne fotografato e pubblicato. Un semplice tag su Facebook fece arrivare le prime richieste. Poi Decathlon, incuriosita da quel movimento crescente, prestò attrezzatura per test. Altri surfisti siracusani donarono mute e tavole. Le lezioni aumentarono, così come il materiale, e il progetto iniziò a prendere forma.
Con i primi risparmi arrivò la formazione federale: il brevetto di istruttore e, poco dopo, la nascita ufficiale dell’A.S.D. Surf School Siracusa, la prima scuola di surf della provincia. L’attività crebbe passo dopo passo, tra lezioni, foto, video e un lavoro continuo di comunicazione. Le persone si avvicinavano, spinte dal desiderio di provare il piacere di scivolare sull’acqua, di sentire l’energia dell’onda sotto i piedi.
Con l’aumento degli allievi arrivò anche il supporto di Luca Attard, giovane appassionato con esperienza nel mondo sportivo. La loro collaborazione rese la scuola una vera squadra: nuove tavole, un furgone attrezzato, surf training per bambini e adulti, lezioni in piscina, skate per migliorare l’equilibrio, attività estive in SUP e persino surf trip internazionali tra Spagna, Marocco, Maldive e Indonesia.
Durante il periodo delle restrizioni Covid, il surf — sport all’aria aperta e senza contatto — divenne un punto di riferimento per molti. Le persone cercavano libertà, movimento, respiro: il mare offriva tutto questo. La scuola esplose, trasformandosi in una grande comunità che trova nel surf non solo uno sport, ma un modo per stare bene.
Oggi la Surf School Siracusa conta un team completo, tre gruppi WhatsApp con oltre mille iscritti, attrezzatura fotografica professionale e una presenza social che supera i 5.000 followers. Le foto scattate agli allievi — spesso vere e proprie immagini da rivista — raccontano la gioia di cavalcare un’onda e finiscono naturalmente condivise sui profili di chi le vive.
«Il surf unisce, fa crescere, mette in pace», dicono gli istruttori. Ed è forse questa la ragione per cui centinaia di persone continuano a tornare ogni settimana, anche quando il mare è piatto. Perché il surf non è solo onda: è passione, famiglia, e quella sensazione unica di libertà che nessun altro sport sa dare.
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